Nel suo libro presentato qui a Leonessa qualche giorno fa, Vittorio Sgarbi segue il filo dell'Arte in una storia che inizia prima del Fascismo , che dentro il ventennio cresce, e dopo il Fascismo viene spazzata via insieme alla naturale condanna del regime. Sgarbi distingue l'espressione artistica dal potere e per questo, a fianco di de Chirico, Morandi, Martini, salva dall'oblio Wildt, Guidi, la grande stagione dell'architettura e della grafica, ma anche Depero, il Futurismo e oltre, fino alla rivelazione di due scultori formidabili mai apparsi all'onore della cronaca, Biagio Poidimani e Domenico Ponzi.
*
E dalla prefazione di Pierluigi Battista, " un crocevia di dimenticanze e di rimozioni ha reso difficile la ricostruzione dello stato dell'arte durante il Fascismo, Ci sono voluti decenni, ma alla fine la verità storica si impone. Per capire chi siamo stati, come siamo stati e a quale storia apparteniamo.
*
Sono un fan di ogni Donna o Uomo che sa estrapolare dalla propria personalità, concetti o liberi pensieri indipendente dal credo politico, religioso, e/o di attività di qualunque tipo.
Nell'Arte non c'è Fascismo, nel Fascismo non c'è Arte, è come un concetto di liberazione per tutti quegli artisti pro e contro in quel ventennio di brutale dittatura.
Nell'eseguire le loro opere erano soltanto artisti, artigiani del loro pensiero intimo, nel saper materializzare nel loro lavoro una scintilla della loro capacità umana.
Per meglio chiarire, l'Artista con le sue capacità di creare, accede spesso nel mondo delle cause, "prende da li l'intuizione", e la porta nel proprio conscio come un seme che darà i suoi frutti germogliando, ovvero la rende visibile a tutti con il suo lavoro Artigianale, un dipinto, una poesia, una statua, ecc,
Nel campo proprio un Artista ha le sue tendenze, nel libero pensiero del suo credo, e non c'è nessuna struttura umana che possa fargli cambiare idea, certo può avere committenti, richieste particolari, ma poi l'intuizione è sempre regina del lavoro.
Il libero pensiero per un Artista è come un amante che ama con il trasporto dell'anima, le sue "follie" Artigianali sono figlie per quel Bello che sono le sue opere e la sua vita.
Certo è difficile in questo momento di riflessioni, non ricordare chi ha voluto esternale il suo libero pensiero a viso aperto, senza finzioni ne false retoriche, ben sapendo che il suo dire lo avrebbe portato poi, ad una morte sicura, Giacomo Matteotti.
Non poteva tacere, il suo cuore e la sua anima si ribellavano a tanta brutalità politica e fisica, non aveva voglia di continuare a tacere, resterà sempre il suo insegnamento di libertà, come una colomba di pace sempre in volo.
Giorgio Paggi
#Blogger
Nessun commento:
Posta un commento